Lavinio. Un grande lavoro di preparazione è toccato ai ragazzi del Progetto Himis: dedicarsi allo studio del patrimonio storico culturale della città di Anzio, focalizzando l’attenzione sulla storia del popolo dei Volsci, sulle vicende storico-mitologiche della vergine Camilla e del condottiero Coriolano e sugli usi culinari del farro in questa popolazione italica.
Appena i docenti accompagnatori hanno rivelato gli items di ricerca, i ragazzi sono rimasti stupiti. I loro occhi sembravano rivelare i loro quesiti: “ E mo chi so questi?” “ Coriolano? Tu lo conosci? Non è il nome di una via di Anzio? Ma lo chiedi a me che non so manco de Anzio ??”
Altrettanto preoccupati sono sembrati i ragazzi quando hanno capito quanto fosse ardua la ricerca di materiali didattici, data la scarsità di fonti storiche e documenti riguardanti questo popolo, ma tra una battuta e diverse pause caffè il lavoro è cominciato. Così c’era chi, smanettando sullo smartphone, ricercava informazioni e chi invece aveva il compito di trascrivere il più possibile quanto gli altri avevano ricercato. Così gli studenti hanno potuto scoprire che le prime testimonianze letterarie sui Volsci sono datate I sec. a.C. con i riferimenti nelle opere storiche di Tito Livio e Dionigi di Alicarnasso, di circa ben quattro secoli dopo la fine della civiltà volsca; hanno potuto leggere e conoscere le vicende della vergine Camilla come riportate in Virgilio nell’Eneide e nella Divina Commedia da Dante Alighieri, scoprendo in lei un simbolo quasi androgino della mescolanza tra i tratti femminili della donna e quelli del guerriero. Altri di loro hanno avuto la possibilità di immedesimarsi nella vicenda di Volumnia, madre di Coriolano, l’unica capace di fermare l’avanzata del figlio che adirato contro Roma, aveva deciso di muover guerra alla sua città, alleandosi con i suoi antichi nemici, i Volsci. Altri hanno potuto studiare l’alimentazione di questo popolo, scoprendo come alla base della loro dieta ci fosse il farro, un alimento ancor oggi utilizzato nelle loro cucine. Più i ragazzi ricercavano, più volevano sapere, più sembravano interessati e più le domande aumentavano tanto che spesso gli stessi docenti erano costretti a mettersi sui libri a cercar di rispondere alle curiosità degli studenti. Va detto che, sebbene il lavoro sia sembrato in principio arduo, è stato svolto nel massimo della serietà, dell’impegno e della dedizione, il tutto in un clima sereno e di divertimento. Diversi sono stati i momenti di ilarità nei quali anche i docenti hanno fatto fatica a trattenere le risate, come quando uno dei ragazzi, quasi a voler suggellare l’impegno da lui profuso nel corso del pomeriggio, se ne è uscito dicendo “ A Professo’, non ho mai lavorato così tanto a na ricerca in anni de scola! Me ce voleva HIMIS pe famme studià ahahha. Non è che se po fa un Progetto tutti gli anni? Giuro che ce vengo pure dopo er diploma..”
Prof Matteo Maturani
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